"Tu on ci pensi mai al fatto che non poserai mai piede su ogni singolo centimetro del mondo?" chiedo.
"Io ci penso." continuo "E penso anche a tante altre cose. Insomma, dove vanno a finire tutte le cose che la gente perde? perchè solo i bambini saltano nelle pozze quando piove? chi ha inventato le parole? perchè le cose hanno quei nomi? e a te non capita mai di ripetere una parola così tante volte da cominciare a chiederti se esista veramente e, se esiste, che senso abbia? Non trovi anche tu tutto questo estremamente frustrante?"
Tolgo lo sguardo dalla finestra e mi volto verso JRjnek.
Ma lui tace, come sempre del resto, nei suoi occhi però c'è sempre quel qualcosa, una scintilla, un brillare che mi dice che mi comprende.
Ed è proprio questo che mi fa continuare a parlargli.
Perchè vedete.
Jrkjf è il mio gatto.
"Ah, tu sì che mi capisci" mormoro
"Mammaaaa, Jjfekwh lo sta facendo di nuovo!"
"facendo cosa, caro?"
"parla con il gatto!"
"lascia stare tua sorella e continua a studiare tu"
Mio fratello, GJHUEK. Beh, UNO dei miei fratelli. Siamo in sei, io sono l'unica femmina e la penultima nata, proprio prima di GJHJJK.
Accarezzo IUYG dietro la testa e salgo alle scale di legno che portano allo URGBGH dove mamma sta chiaramente tenendo sotto controllo mio fratello mentre prepara qualche strano infuso dei suoi.
La porta è aperta e il denso vapore verdastro mi raggiunge agli ultimi gradini.
"Saaalve" esordisco entrando nel piccolo laboratorio stipato di calderoni, pile di libri e oggetti dalle forme più svariate di cui l'uso mi è ignoto.
"Ciao cara"
"ciao schizzata" ghigna mio fratello guardandomi da sopra un libro immenso.
"ci capisci qualcosa almeno, geniaccio?" chiedo io ed esco senza curarmi della risposta, non mi va di litigare col moccioso.
Scendo le scale fino al minuscolo salotto. Ecco, questo è ciò che mi piace di casa nostra, è tutto piccolo e carino, proprio della giusta misura, mi sento protetta qui.
Ed ecco papà, impegnato in chissà cosa tanto da non notarmi. Papà adora costruire le cose più svariate. Anche se credo che lo faccia per far vedere a mamma che gli piace quello che fa e non rimpiange minimamente di non aver accettato la carica di Maestro quando gli è stata offerta. Invece lo rimpiange eccome.
Papà cerca di nascondere quello che prova, dimenticandosi quali sono i poteri di mamma. Mamma ha la Percezione, sa sempre come ti senti, se stai mentendo, se rimpiangi qualcosa...insomma, bella tosta da ingannare.
"Io ci penso." continuo "E penso anche a tante altre cose. Insomma, dove vanno a finire tutte le cose che la gente perde? perchè solo i bambini saltano nelle pozze quando piove? chi ha inventato le parole? perchè le cose hanno quei nomi? e a te non capita mai di ripetere una parola così tante volte da cominciare a chiederti se esista veramente e, se esiste, che senso abbia? Non trovi anche tu tutto questo estremamente frustrante?"
Tolgo lo sguardo dalla finestra e mi volto verso JRjnek.
Ma lui tace, come sempre del resto, nei suoi occhi però c'è sempre quel qualcosa, una scintilla, un brillare che mi dice che mi comprende.
Ed è proprio questo che mi fa continuare a parlargli.
Perchè vedete.
Jrkjf è il mio gatto.
"Ah, tu sì che mi capisci" mormoro
"Mammaaaa, Jjfekwh lo sta facendo di nuovo!"
"facendo cosa, caro?"
"parla con il gatto!"
"lascia stare tua sorella e continua a studiare tu"
Mio fratello, GJHUEK. Beh, UNO dei miei fratelli. Siamo in sei, io sono l'unica femmina e la penultima nata, proprio prima di GJHJJK.
Accarezzo IUYG dietro la testa e salgo alle scale di legno che portano allo URGBGH dove mamma sta chiaramente tenendo sotto controllo mio fratello mentre prepara qualche strano infuso dei suoi.
La porta è aperta e il denso vapore verdastro mi raggiunge agli ultimi gradini.
"Saaalve" esordisco entrando nel piccolo laboratorio stipato di calderoni, pile di libri e oggetti dalle forme più svariate di cui l'uso mi è ignoto.
"Ciao cara"
"ciao schizzata" ghigna mio fratello guardandomi da sopra un libro immenso.
"ci capisci qualcosa almeno, geniaccio?" chiedo io ed esco senza curarmi della risposta, non mi va di litigare col moccioso.
Scendo le scale fino al minuscolo salotto. Ecco, questo è ciò che mi piace di casa nostra, è tutto piccolo e carino, proprio della giusta misura, mi sento protetta qui.
Ed ecco papà, impegnato in chissà cosa tanto da non notarmi. Papà adora costruire le cose più svariate. Anche se credo che lo faccia per far vedere a mamma che gli piace quello che fa e non rimpiange minimamente di non aver accettato la carica di Maestro quando gli è stata offerta. Invece lo rimpiange eccome.
Papà cerca di nascondere quello che prova, dimenticandosi quali sono i poteri di mamma. Mamma ha la Percezione, sa sempre come ti senti, se stai mentendo, se rimpiangi qualcosa...insomma, bella tosta da ingannare.
